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Gli strumenti di base

Guida DomoticaMente

Questa dovrebbe essere l’ultima parte di questa guida, in cui ci dedichiamo alla creazione delle fondamenta su cui costruire in seguito la nostra casa domotica. Spiegherò quali sono secondo me gli strumenti di base. Tutti quegli elementi insomma, che non vengono forniti con l’installazione di Home Assistant ma che ritengo utili, se non necessari, al suo miglioramento e manipolazione.

Come sarà fatto l’elenco degli strumenti di base

Saranno due le categorie/sezioni di elementi da installare: Componenti aggiuntivi e Integrazioni.

L’elenco non sarà esaustivo. Nel senso che non voglio riempirvi la testa con cose di cui al momento non avrete bisogno. Vi suggerirò proprio il minimo indispensabile ma alla fine di ogni elenco aggiungerò anche altri elementi che sarebbero dovuti essere in questa lista ma per ora preferisco non mettere. Addirittura qualcuno potreste trovarlo già installato.

Componenti aggiuntivi

  • Studio Code Server: necessario per modificare il codice nel migliore dei modi. Amerete alcune sue funzionalità, come la possibilità di cercare in tutto il codice o quella di ricevere i suggerimenti sui nomi delle entità.
  • Home Assistant Google Drive Backup: un sistema per salvare uno o più backup della nostra installazione su Google Drive. Anche gli utenti più avanzati, che usano altri metodi di backup, credo abbiano sempre anche questo plugin installato. Nel nostro caso lo ritengo necessario. Soprattutto perché, se siete all’inizio, farete continue modifiche, prove e tentativi. Avere la possibilità di salvare lo stato delle cose, prima di instradarsi su qualche sentiero pericoloso, è semplicemente un salvavita.

Gli altri componenti aggiuntivi che molto probabilmente serviranno in futuro o che meritano comunque una citazione sono invece: ESPHome, Mosquito brocker, Zigbee2MQTT, Zigbee Home Automation, Duck DNS, Terminal & SSH, File Editor, NGINX, Samba Share

Integrazioni

  • HACS: una specie di “negozio” libero (scegliete voi quanto e se donare ai singoli progetti), pieno altri strumenti ed integrazioni realizzate da sviluppatori indipendenti. In pratica tutto materiale non ufficiale ma che è probabilmente una delle parti migliori di Home Assistant.
  • Alexa Media Player/Google Cast (a seconda degli assistenti domestici che userete): utili a capire lo stato e/o a inviare comandi agli assistanti domestici.
  • AVM FRITZ!Box Tools (ovviamente se avete un router Fritz): per capire quali dispositivi sono collegati alla vostra rete. Sembra di utilità banale ma vi assicuro che sarà utilissimo.
  • App per dispositivi mobili: la parte che si interfaccerà con gli smartphone delle persone di casa, dove andrà installata la relativa app companion per Home Assistant per Android o per iOS.

Meritano una citazione ma non consiglio di installarle ancora: Broadlink, ESPHome (l’integrazione che si attiva installando il relativo componente aggiuntivo di cui sopra), MQTT, LocalTuya, Node-RED

Installazione di Studio Code Server

Nel tempo proverò a realizzare singoli articoli per quante più installazioni necessarie possibile e a mettere il relativo link in questa guida. Intanto però comincio a spiegare come installare Studio Code Server che è probabilmente il più utile, insieme ad HACS, tra gli strumenti di base. E’ anche una installazione semplice, ma che mi è utile per spiegare alcuni concetti di base.

La prima cosa che mi preme spiegare è la distinzione tra componenti aggiuntivi e integrazioni. I primi sono dedicati a quelle parti che posseggono una piattaforma ufficiale su Home Assistant, mentre i secondi (che però sono la maggioranza) sono stati sviluppati da terzi. Questo non significa che non siano affidabili. Anche perché spesso si tratta di elementi creati dalle stesse aziende che hanno costruito i dispositivi che vanno ad integrare.
Nel concreto cambia poco. Sono solo in posizioni diverse.

Studio Code Server, è un componente aggiuntivo, quindi ufficialmente supportato dai creatori di Home Assistant. Lo possiamo trovare andando su Impostazioni -> Componenti Aggiuntivi e cliccando sul pulsante in basso a destra “Raccolta di componenti aggiuntivi“.

Si aprirà un elenco tra cui cercare Studio Code Server. Naturalmente potete aiutarvi con la casella di ricerca in alto.

Una volta trovato, non dovete far altro che cliccarci sopra e premere il tasto “Installa” sulla schermata di presentazione del componente che vi sarà mostrata subito dopo.

Ci vorrà qualche minuto, dopodiché avremo una schermata a cui vi abituerete nel tempo, dato che viene mostrata da qualsiasi componente aggiuntivo o integrazione che abbia una sua installazione, quindi anche ad esempio da tutti quelli che in questa guida consideriamo gli strumenti di base.

Prima di premere “Avvia” e far partire il componente, notate alcune opzioni che potete scegliere di attivare o disattivare:

  1. Esegui all’avvio: necessaria per far partire Studio Code Server ogni volta che parte Home Assistant. Di solito conviene attivarla.
  2. Watchdog: se attivate questa opzione, il componente si riavvierà automaticamente in caso di errore. In generale preferisco disattivarla. Questo perché a volte mi è capitato che un componente andato in errore continuasse a riavviarsi perché sempre in errore!
  3. Mostra nella barra laterale: questa opzione serve a mostrare nel menu laterale una voce che porti al componente. Su questa voce bisogna riflettere per capire cosa conviene fare. Ci sono componenti che nella barra laterale occuperebbero solo spazio inutile, altri che invece useremo continuamente. Studio Code Server è uno di questi, quindi vi suggerisco di attivarla.

Una volta scelti i settaggi potete avviare il componente tenendo però presente che in alcuni casi sarà importante usare le voci in alto per capire come usare l’elemento (Documentazione), configurarlo (Configurazione) o leggere i log al fine di capire cosa il componente stesso sta facendo (Registro).

Una volta avviato, potrete aprire Studio Code Server dalla voce della barra laterale se avete messo la spunta a “Mostra nella barra laterale”, oppure cliccando sul link “Apri l’interfaccia web” dalla schermata di configurazione.

All’apertura potrebbe chiedervi se vi fidate degli autori di qualche cartella (Do you trust the authors of the files in this folder?). Mettete la spunta su “Trust the authors of all files in the parent folder” e cliccate su “Yes, I trust the authors”.

Poi dovrete scegliere il tema grafico preferito (io uso sempre quello scuro chiamato Dark (Visual Studio). Lo troverete quindi impostato in ogni immagine delle mie guide o articoli. Il resto dei settaggi di solito li ignoro.

Una volta fatte le vostre scelte, nell’elenco dei file a sinistra vedrete il contenuto della cartella “config” che è dove creerete o modificherete i file di configurazione di Home Assistant. Potete infatti vedere il principe di tutti i file di configurazione di Home Assistant: configuration.yaml.

Abbiamo concluso la nostra installazione. Come detto nel tempo aggiungerò dei link a degli articoli dedicati alle singole installazioni dei vari componenti che ritengo essere gli strumenti di base.

Ora passiamo alla parte operativa che ritengo più importante: la gestione delle luci principali!

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